storie originali in regalo

ATTENZIONE:

Le storie e i racconti che trovi in questa sezione, sono un regalo originale per te da La Zucchetta Streghetta.  Sono inserite all'interno dei tutorial per i giochi didattici di Bricomaghi, e possono essere stampate o copiate per essere oggetto di letture ad alta voce a casa e a scuola, o nel contesto di letture animate e piccole drammatizzazioni. Per qualsiasi dubbio o domanda, contattaci:

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LA ROSA CHE AVEVA PAURA DEL FREDDO

Un racconto originale scritto per te da LA ZUCCHETTA STREGHETTA


Una volta, nel nostro giardino, ci fu una rosa che aveva paura del freddo. La primavera era passata da un bel po' e lei l’aveva attesa lungamente, dopo un inverno particolarmente lungo e nevoso.

Il Sindaco del paese, incurante delle numerose proteste degli adulti che “dovevano andare al lavoro”, aveva chiuso le scuole per ben 5  giorni e così i bambini quella mattina si erano divertiti in giardino, a tirarsi le palle di neve, mentre il gatto Aronne se ne stava appollaiato sul cofano della mia macchina, osservando la scena con aria incredula, davanti a tutta quella energia e gioia infantile, per lui assolutamente incomprensibile. 

Fu un inverno veramente lungo, molto faticoso per tutti, ma anche caldo e accogliente, per via del nostro camino spesso acceso, delle tante serate a vedere film natalizi o a fare giochi da tavolo, delle merende con il pop corn preparato in casa, che fa subito festa!

Per tutto quel tempo, le rose in giardino se ne erano state calme e silenti, come in attesa di altro, che non fosse vento, che non fosse freddo. 

Rannicchiate e private non solo delle loro foglie ma anche del loro fascino, sembravano suonare una melodia malinconica e a volte un po' triste come solo l’inverno sa essere, tutte le volte che mi affacciavo alla finestra, per guardarle. 

In fila, come piccoli soldatini di piombo, lì dove le avevo piantate , lì erano rimaste.  Tranne una. Era una rosa dai fiori molto grandi, mi ricordo bene il giorno in cui l’avevo presa. Era di maggio e me la ero praticamente regalata da sola, per la festa della mamma:

signora, la compri se le piace. Del resto, tra poco è la sua festa”! aveva detto il tizio delle piante al mercato. 

Mi aveva convinto, e così con quella bella rosa fiorita sottobraccio ero tornata a casa. Portava dei boccioli dolcissimi, profumati e morbidi, i fiori già aperti, invece, colpivano l’occhio non solo per la grandezza, ma anche per quel favoloso tono di rosa chiaro, un rosa bonbon, come diceva la mia nonna.

Ma poi subentrarono i soliti pensieri, gli impegni e le priorità, e della mia nuova rosa, nei mesi a seguire, presto mi dimenticai. Ma lei non si demoralizzò, anzi, sfruttò quel suo nuovo tempo nel nostro giardino, per fare conoscenza con le altre piante e con gli altri fiori. 

Ultima di 17 rose, passò l’estate a lamentarsi, perché presto, diceva, sarebbe arrivato l’inverno e le sarebbero cadute tutte quelle belle foglioline nuove di zecca che le piacevano tanto. 

Ogni mattina, chiedeva alle sue compagne, come avrebbero fatto senza il conforto del concime che puntualmente fornivo loro, e se temevano il freddo imminente.  Loro si prodigavamo pazientemente in rassicurazioni, soprattutto quelle che vivevano da più tempo nel nostro giardino, e che si sentivano come delle nonne di fronte al nipotino spaventato. 

Arrivò settembre e un grillo, che era lì di passaggio, si era preso la libertà di ascoltare quei discorsi. Conoscete tutti la tendenza dei grilli a dare consigli, soprattutto se  non richiesti. 

Una volta ho conosciuto una formica” disse alla rosa “Passava buona parte dell’anno a raccogliere provviste per l’inverno perché aveva paura del freddo e della fame, proprio come te.

Davvero?” rispose la rosa “e poi come è andata a finire?” chiese trattenendo il fiato come solo le rose sanno fare.

Ma mia cara, è ovvio! Non sentì mai fame e neppure freddo! Però quando l’ho conosciuta io era già parecchio stanca e anziana, mi disse che voleva smettere con quella vita, diventata decisamente troppo frenetica, e provare a rilassarsi.  L’ultima volta si stava informando per un corso di yoga".

Signor Grillo, lei che è così gentile, pensa che questo yoga farebbe bene anche a me?” chiese la rosa con una voce melodiosa e speranzosa.

Certamente” le rispose il grillo “ma se anche tu fossi una formica! Per le rose, che stanno già molto ferme, credo facciano bene altre cose, come fidarsi di Madre Natura o di chi si prende cura di loro, tipo la donna che vedo spesso passare qui in giardino con quel grembiule a fiori e il cappello di paglia in testa"!

Il cappello l’ha appena messo allo  spaventapasseri che ha realizzato la settimana scorsa con i suoi bambini” disse la rosa con eleganza.

beh, sicuramente starà meglio a lui” rispose il grillo con sincerità. 

Così passò anche l’autunno, e poi giunse l’inverno tanto temuto dalla rosa. Arrivò il Natale e con i bambini esagerammo parecchio con le decorazioni, aspettando la neve.

Mi presi come sempre cura delle mie piccole amiche in giardino. Nel mesi invernali, avevo smesso di concimare mentre avevo iniziato a togliere con cura tutte le foglie cadute e gialle, per poter passare un generoso strato di corteccia calda e profumata.

Passai e ripassati la corteccia alla base di ogni rosa,  e quando arrivai davanti a quella rosa in particolare, notai che nonostante il freddo e nonostante il pieno inverno, aveva un bocciolo. Chiamai a gran voce gli altri di casa,  in particolare i bambini, che stavano sonnecchiando pigramente sul divano. 

Era la vigilia di Natale. Tra lo stupore generale, si fece largo la mia emozione, per quella che diventò immediatamente la nostra “rosa di Natale”, un dono inaspettato di un anno trascorso a prenderci cura l’una dell’altra. 

Lei che mi aveva regalato i suoi petali profumati, io che avevo fatto ciò che andava fatto.

Come farai adesso che le tue rose iniziano a fiorire anche in inverno?” disse mio marito con un sorriso, pensando alla fatica dell’impegno in giardino.

Bisognerà proprio che faccia del mio meglio” risposi io sospirando.

Siamo sicuri che ci riuscirai, mamma – risposero in coro i bambini -   l’hai sempre fatto”. 



Maria Serena Cavalieri







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