mercoledì 17 febbraio 2021

In viaggio con lo Hobbit in attesa delle Pasqua!

Mi piaceva iniziare la Quaresima con qualcosa di veramente speciale. Un libro che potesse essere letto come un viaggio, lungo 40 giorni, nell’attesa della Pasqua. 

Lo stesso Brewer, grande studioso del “papà” dello Hobbit, ovvero del professor J. R. R. Tolkien, afferma che la principale qualità de Il Signore degli Anelli, è il suo potere simbolico. 

E sicuramente altrettanto possiamo affermare di Lo Hobbit dove nell’edizione originale, come sottotitolo, leggiamo proprio There and back again

 

LO HOBBIT è un romanzo di genere fantasy, pubblicato per la prima volta il 21 settembre del 1937.

Esso è dunque il racconto di un viaggio, che può rappresentare molto bene le parole del filosofo Kierkegaard, "la vita è un enigma, una lettera d’amore che Dio scrive in una lingua straniera: si tratta di imparare a decifrarla". 

Del resto, creare storie innalza e nobilita l’uomo, soprattutto se artista, chiamato dunque a raccontare qualcosa di più grande, addirittura di immenso. 

E’ così che Tolkien non ha creato solamente storie avvincenti, con personaggi coinvolgenti, ma anche una modalità per tuffarci pienamente nelle emozioni umane e religiose. 

E’ proprio l’anello, grande protagonista sia ne Lo Hobbit e poi ne Il Signore degli Anelli, il simbolo di questa ricerca emotiva e spirituale. Non a caso esso è in grado di scatenare senso di responsabilità ma anche dipendenza, possessività ed egoismo nei personaggi. 

clicca qui per accedere alla nostre attività di craft condiviso con lo Hobbit

E’ il più bello e profondo dei viaggi, insomma, perché è quello che possiamo fare dentro noi stessi, alla scoperta della nostra natura spirituale e del nostro “dover essere”. Uno specchio nel quale sa riflettersi la parte migliore di noi, quella che ci avvicina al Sacro.

Tolkien crea un mondo intero, con tempi e luoghi da lui immaginati. La Terza Era è quella in cui avvengono i fatti narrati ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli. 

 


Ma chi sono gli Hobbit? Sono creature pacifiche, amanti della natura e di tutto ciò che cresce. Vivono bene, insomma, con quella felicità che deriva principalmente dallo stare sereni, ma che proprio attraverso Bilbo Baggins, protagonista de Lo Hobbit, dovranno confrontarsi con quel viaggio che porterà loro, e anche metaforicamente l’intero genere umana, lontano dalla zona di confort, a confronto con un ruolo diverso nel mondo, molto più difficile e pregnante, che in seguito potrebbe diventare decisivo.


E’ un mondo sicuramente fantastico, incarnato profondamente nella tradizione culturale anglosassone e non solo, ma che grazie a Tolkien assume connotazioni talmente reali e umane, da risultare quasi tangibili. 

E’ una luce che pervade tutta la narrazione e che attraversa il cammino di Bilbo e poi quello della Compagnia dell’Anello. 

La luce della Grazia.



Nessun commento:

Posta un commento